Simposio internazionale sul dolore

riq BUDAPEST2016

Simposio internazionale sul dolore a Budapest dal 13 al 15 ottobre

Indagini epidemiologiche riportano che in media solo il 25% dei pazienti riceve una terapia appropriata. 

L'Associazione Internazionale per lo Studio del Dolore (IASP) definisce il dolore come una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata a un danno tissutale, (in atto o potenziale), determinata da una componente somatica e da una componente psichica ed emotiva [1]. Il dolore viene generalmente classificato come acuto e cronico o procedurale, in relazione alla sua durata o al setting nel quale si verifica, ma può anche essere identificato in base alla causa o al distretto corporeo in cui ha origine.
La sfera emotiva incide sempre, in modo più o meno marcato, sulla percezione del dolore, generando reazioni negative quali ansia, depressione, disturbi dell'umore e senso di impotenza e frustrazione. Dalle conseguenze emotive prodotte dal dolore scaturiscono svariati sentimenti, che sfociano tutti nella paura: la paura che il dolore diventi ingestibile
, la paura di perdere l'autocontrollo mentale o fisico, la paura della malattia
, la paura di perdere la propria autonomia
, la paura di morire.
Per tutti questi motivi, nell'ultimo decennio, l'attenzione da parte sia della classe medica che del mondo politico e sanitario al problema del dolore è stata sempre maggiore. Il numero delle Linee Guida (Nazionali e Internazionali) sulla gestione del dolore è aumentato a dismisura. Nel 2010 il Parlamento Italiano ha approvato una legge (Legge n. 38 del 15.03.2010: "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla tera- pia del dolore") che facilita - fra l'altro - la prescrizione dei farmaci analgesici, inclusi gli oppiacei. Per la prima volta, una legge obbliga il medico a curare una malattia, perché il dolore cronico non è solo un sintomo, ma diventa nel tempo una vera e propria malattia! La legge 38/2010 è l'unica legge al mondo che garantisce l'accesso alle terapie del dolore anche ai bambini. Di conseguenza, i Medici di medicina Generale (MMG) possono prescrivere tutti gli analgesici con la semplice ricetta del Servizio Sanitario Nazionale, e tutti i cittadini hanno diritto e devono pretendere l'accesso immediato e facilitato alle terapie contro la sofferenza 'inutile' dovuta al dolore cronico.
Nonostante queste iniziative, il dolore continua ad essere sottovalutato e non adeguatamente trattato. In un ampio studio fatto sull'intera popolazione adulta di una cittadina dell'Italia centrale (oltre 8.000 soggetti intervistati), é stato messo in evidenza che, nella popolazione studiata, la prevalenza di dolore cronico era di oltre il 28%. Fra questi soggetti, poco più del 35% era a conoscenza di una legge dello Stato, che difende il loro diritto a essere curati. Ancora più drammatici sono i risultati di uno studio effettuato nelle Farmacie di una intera provincia, dove sono stati intervistati tutti i pazienti che presentavano una qualche forma di dolore cronico. Solo il 32% degli intervistati era a conoscenza dell'esistenza di una legge nazionale, e solo il 44% era consapevole dell'esistenza di Centri per la terapia del dolore. In ospedale la situazione non è certamente più rosea [2]. Studi recenti hanno dimostrato che molti tipi di dolore (acuto, postoperatorio o cronico, oncologico e non) non sono trattati in maniera adeguata. Indagini epidemiologiche riportano che in media solo il 25% dei pazienti riceve una terapia appropriata [3]. È necessario pertanto continuare sia a sensibilizzare al problema dolore tutti gli operatori sanitari sia educarli all'uso adeguato dei mezzi (farmacologici e non) disponibili per trattare efficacemente il dolore.
Rientra in quest'ottica il Simposio Internazionale Pain Management – The Science Behind, organizzato – con il supporto della Fondazione Menarini ed in collaborazione con la Lega Europea per la Lotta contro il Dolore (EULAP) - dal Prof. Carmelo Scarpignato (Università di Parma) e dal Prof. Giustino Varrassi (Università LUdES, Malta). I temi trattati comprendono molti degli aspetti scientifici che sottendono alla Medicina del Dolore. Fanno parte della Faculty alcuni degli scienziati che hanno personalmente contribuito alla conoscenza delle basi neurofisiologiche, indispensabili per comprendere e trattare efficacemente il dolore. Si aggiungono ad essi illustri farmacologi e clinici, riconosciuti esperti a livello internazionale, che discuteranno in dettaglio tutte le classi di farmaci analgesici e gli approcci non convenzionali al trattamento del dolore. Com'è possibile evincere dal programma scientifico, fra le varie sessioni, una sarà interamente dedicata al dolore viscerale e addominale, sintomo particolarmente frequente in gastroenterologia.
La partecipazione al Simposio è gratuita. È sufficiente iscriversi online (clicca qui).
Comunicato stampa

Anna Bertelé 1,2, Antonella Paladini
1  Dipartimento di Emergenza-Urgenza, Medicina Generale e Specialistica, Azienda Ospedaliera-Universitaria di Parma;
2  Unità di Farmacologia Clinica e Fisiopatologia Digestiva, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Parma
3  Dipartimento MESVA, Università dell’Aquila, L’Aquila, Italy 

Per consultare il programma scientifico clicca qui

Bibliografia
1. Ministero della Salute. Definire e valutare il dolore. http://goo.gl/RZvF4C
2. Varrassi G, Saini L. Associazione Italiana per lo Studio del Dolore: 40 Anni – Alba di un Nuovo Giorno. Fondazione Paolo Procacci, Roma, 2016: 1-70. http://goo.gl/QRhwqh
3. American Pain Society. Pain. Current Understanding of Assessment, Management, and Treatments. National Pharmaceutical Council (NPC), Washington, DC, 2015: 1-92. http://goo.gl/8wg7EI

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