Morti da overdose di analgesici con obbligo di prescrizione medica negli USA

Come interpretare i dati pubblicati dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC)

In un recente articolo apparso a novembre sulla pubblicazione Vital Signs Prescription Painkiller Overdose in the US (1), a cura dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA), grossa enfasi è stata data al raddoppio delle morti per abuso di analgesici con obbligo di prescrizione medica (nel testo originale, "prescriptions painkillers"): nel decennio 1999‐2009 negli Stati Uniti si è passati, infatti, da circa 20.000 morti nel 1999 a circa 37.000 nel 2009.
Il dato delle morti per avvelenamento è stato messo in correlazione al quadruplicarsi, nello stesso periodo, della vendita di farmaci come l'Ossicodone, l'Idrocodone, l'Idromorfone, la Codeina e la Morfina.
A supporto di tale osservazione epidemiologica, tuttavia, non è stato fatto uno studio statistico pienamente soddisfacente. I dati a supporto del report dei CDC si basano sul fatto che per ogni persona deceduta per causa "naturale" o "accidentale", si è indagato se nella storia clinica, nelle relative prescrizioni, o documenti di decesso, fossero presenti termini quali "overdose", oppure diagnosi psichiatriche di disturbi mentali e comportamentali riferibili all'assunzione di farmaci oppioidi. Anche la sola esistenza in una ricetta dei termini "Ossicodone", "Metadone" e simili faceva rientrare la persona deceduta nel gruppo ascrivibile alle intossicazioni da farmaci oppioidi.
È bene sottolineare nuovamente come nessuno studio quali‐quantitativo post‐mortem di tossicologia forense sia stato routinariamente effettuato caso per caso, ritenendo sufficienti uno o più descrittori contenuti nella documentazione pregressa.
Nel Morbidity and Mortality Weekly Report (MMWR, newsletter settimanale dei CDC) di ottobre 2009 (2) si sottolineava come una parte consistente delle morti da presunta overdose afferisse ai cittadini iscritti a Medicaid, ovvero a quella rete di supporto sanitario per persone che non possono permettersi cure private pagate dall'assicurazione. Più nello specifico, il MMWR evidenziava come l'anno del decesso coincidesse nella grande maggioranza dei casi allo stesso anno in cui il cittadino decideva di optare per il programma Medicaid. Una parte di tali pazienti, inoltre, era già monitorata dal PRC, organismo deputato a prestare attenzione a quei cittadini con una predisposizione all'abuso dei servizi medici (continue richieste di visite, frequenti accessi presso i centri per l'emergenza, ecc.).
Tuttavia, la pubblicazione Vital Signs mette chiaramente in luce che:
1) 12 milioni di statunitensi, dai dodici anni di età in su, ha riferito un uso non medico, ma puramente ricreativo, di farmaci analgesici;
2) l'accesso a tali farmaci è eccessivamente facile anche al di fuori del controllo medico (il testo originale si riferisce al "Medical Shopping", ovvero l'attitudine a rivolgersi a più medici privati contempraneamente, al fine ‐ anche ‐ di accumulare quantità ingenti di farmaci per uso/abuso personale o per distribuzione/spaccio);
3) talvolta i medici di Medicaid tendono a prescrivere quantità e dosaggi eccessivi rispetto a quelli realmente necessari, paragonati a quelli prescritti dai medici cui afferiscono i cittadini coperti da regolare assicurazione sanitaria. Altri elementi importanti, al fine di mettere nella giusta luce la statistica pubblicata dai CDC, comprendono l'uso contemporaneo di antidepressivi, benzodiazepine, o anche cocaina ed eroina. Le conclusioni a cui giunge il Report comprendono diversi punti, fra i quali una migliore alfabetizzazione rivolta ai medici relativamente ai farmaci analgesici, ed un più adeguato monitoraggio sui possibili meccanismi di "spaccio".
Il fatto che a fare utilizzo non medico dei farmaci oppioidi siano anche i dodicenni, sposta indubbiamente il focus dalla indiscussa utilità di tali sostanze per combattere il dolore all'aspetto prettamente sociale e culturale.
Lo stesso Vycodin, assunto dal Dottor House in quantità industriali durante l'omonima e fortunatissima serie televisiva, ha fatto sì che l'idrocodone sia diventato, dopo il Prozac, la
più diffusa "pillola della felicità" nel jet set nordamericano.

Fabrizio La Mura, Responsabile Centro di Cure Palliative "Hospice Don Uva", Istituti Ospedalieri Opera Don Uva, Casa della Divina Provvidenza, Bisceglie (novembre 2011)

Note
1. Prescription Painkiller Overdose in the US. Vital Signs, November 2011 ‐
http://www.cdc.gov/VitalSigns/PainkillerOverdoses/index.html
2. Overdose Deaths Involving Prescription Opioids Among Medicaid Enrollees, Washington, 2004‐2007. MMWR, October 2009, 58(42);1171‐1175 ‐ http://www.cdc.gov/mmwr/preview/mmwrhtml/mm5842a1.htm

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