In Albania convivono 4 religioni, in pace

In Albania convivono 4 religioni, in pace

Si è concluso l'8 settembre l'incontro internazionale "La pace è sempre possibile – religioni e culture in dialogo", organizzato dalla Comunità di S. Egidio a Tirana, Albania. Molto interessante l'intervento del prof. Tritan Shehu, già Ministro degli esteri, parlamentare, presidente dell'Ordine dei medici anestesisti rianimatori, vicerettore dell'Università Cattolica Nostra Signora del Buon Consiglio di Tirana. Nel suo intervento ha parlato del dialogo che è alla base della tolleranza religiosa che caratterizza l'Albania, dove convivono quattro religioni, musulmana, ortodossa, cattolica e i bektashi.

Tritan Shehu ha iniziato il suo intervento citando ampiamente dal discorso di Papa Francesco che visitò un anno fa l'Albania e parlando all'Università Cattolica del Buon Consiglio, a Tirana, elogiò la società albanese per aver reso possibile la pacifica e fruttuosa convivenza tra persone e comunità appartenenti a religioni diverse, un bene inestimabile per la pace e per lo sviluppo armonioso di un popolo.
Una convivenza fatta anche di suoni, ha spiegato Shehu, per cui «se si cammina nelle strade di Tirana, si può ascoltare sia la voce del mufti proveniente dal minareto della moschea di Ethem Beu, sia i suoni delle campane delle cattedrali, quella cattolica di San Paolo e quella ortodossa della Resurrezione di Cristo. Mentre poco oltre, sulle belle colline di Tirana, si trova la grandiosa teqe dei Bektashi. A colui che qui giunge proveniendo da paesi con una maggioranza religiosa dominante, questo scontro di suoni e di simboli può apparire una follia, quasi una bestemmia, in particolare dopo l'11 settembre. Fortunatamente per noi albanesi lo scontro dei simboli non è cosi tanto accentuato da condurre allo scontro tra le persone, che interpretano oppure considerano come elementi scontati i simboli stessi. E quei pochi criminali provenienti dalle nostre terre e collegati ai gruppi terroristi non possono sporcare il messaggio che noi trasmettiamo con la nostra radicata convivenza. In fondo, malfattori si trovano ovunque... Per noi è come ci ha detto Papa Francesco: "La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per fare violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio! Discriminare in nome di Dio non è umano".»
Senza dubbio, una simile società tollerante non è stata costruita tanto facilmente. Tritan Shehu ha sottolineato a più riprese il valore del dialogo, dialogo, che si sostiene sull'identità religiosa, e contribuisce a salvaguardare la loro identità fondamentale, vale a dire, l'essere albanesi con profonde aspirazioni europee. A prescindere dalle cifre relative alle comunità religiose e alle fedi di appartenenza, l'aspirazione degli albanesi, del 97% di loro, è l'Europa, l'Occidente, è far parte dell'Unione Europea.
Tritan Shehu ha poi ripercorso la storia dell'incontro di varie religioni sul territorio albanese, dalla prima fede cristiana, molto prima di altri popoli, una fede giunta tra gli antichi illiri grazie alle parole degli apostoli. L'Albania è stata ponte di continuo passaggio tra Oriente e Occidente, pur restando alla periferia di tre imperi: romano, bizantino e ottomano. Vi è stato poi il lungo tempo dell'occupazione ottomana e in seguito alla seconda guerra mondiale il paese conobbe la dittatura comunista.
Malgrado una realtà cosi complessa, ha spiegato Tritan Shehu, in Albania la religione è stata, in generale, un alleato vitale, non solo per quel che riguarda l'amore per il paese, ma anche per quel che si riferisce alla spinta verso l'Occidente. Tutte e tre le religioni si trovarono insieme a combattere perché l'Albania rinascesse nel 1912, staccandosi dall'impero ottomano e divenendo indipendente. Le grandi personalità albanesi di quegli anni, appartenenti a ogni credo religioso, erano coscienti di tale mutamento. Nel 1990, anno della caduta del comunismo, cristiani, musulmani e bektashi non solo si ritrovarono insieme nel movimento anticomunista, ma il clero di tutte le fedi organizzò le prime cerimonie religiose, riaprendo uno vicino all'altro i luoghi di culto.
«Forse proprio tale formula – ha concluso Tritan Shehu -, che mette insieme il patriottismo e l'appartenenza europea dell'Albania, è per noi albanesi alle radici del dialogo fruttuoso e della convivenza religiosa, della comune e strenua difesa del valore della famiglia, un altro grande aspetto di unità, in Albania il dialogo e la comprensione interreligiosa sono fenomeni ampi ed essenziali. Deve essere fatto ogni sforzo per salvaguardare e utilizzare tali prove in una regione così movimentata come lo sono i Balcani. E oggi il mezzo più sicuro per salvaguardare e sviluppare tale valore nel nostro paese è affrettare il processo, che oltre al sentimento nazionale, è stato e continua ad essere fondamento della nostra aspirazione, a prescindere dalla "antica linea di Teodosio" che oggi si chiama integrazione europea.»

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11 settembre 2015

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